L’argomento gira in tondo
per la festa di san Giocondo
nella botte chi ci piscia
prende morsi da una biscia
tuona il cielo temporale
tutto quello che fa male
la carretta della posta
porta baci per quel che costa.
Vento d’amore non spira invano
sopra i calli della mano
fatto acciaio d’un sol pezzo
dalle fiamme del disprezzo
godere si può quel che si dice
piacere il gioco senza la lice
mentire non duole a quel che mente
sulla menzogna dell’altra gente.
Fiuta l’ardore della sua pista
vagar col naso alla sua vista
tinge il pennello d’oro colato
canzone breve d’uno scampato
conta sul dito quel che fa rischio
chiamar la cagna con un bel fischio
fatto non è per stare in croce
ma per trombare con la sua voce.